Come non iniziare questa rubrica se non parlando del Santo Patrono della mia città, Parma e del miracolo a lui collegato?
ILARIO era nato a POITIERS neklla regione dell'Aquitania in Francia si stima nell'anno 315 da famiglia aristocratica di origine gallo-romana e di estrazione pagana. Da sempre fu attratto dalla filosofia e pur essendo pagano cercò continuamente il senso della vita sia dapprima nelle dottrine neoplatoniche e poi con la lettura della Bibbia.
Fu proprietario terriero , marito e padre di famiglia . Fu in quel periodo che ricevette il battesimo e subito dopo fu acclamato Vescovo di "Pictavium" , Poitiers e era l'anno 353 .
E' stato considerato l' <<Attanasio d'Occidente >> per la somiglianza sia concettuale che spirituale con il battagliero vescovo di Alessandria .
Vissero infatti entrambi negli stessi anni ma soprattutto entrambi furono irriducibili avversari dell'ARIANESIMO partecipando polemicamente con discorsi e con importanti scritti che valsero ad entrambi l'esilio imposto dall'Imperatore Costanzo , allineato al sinodo ariano di Béziers del 356 .
Ilario fu mandato per cinque anni in Frigia dove tuttavia egli potè imparare il greco ed entrare in diretto contatto conoscitivo con la grande produzione teologica dei Padri orientali. Fu allora che raccogliendo scritti inediti, ha potuto forgiare una documentazione di prim'ordine trascritta su quel
libro , DE TRINITATE (Sulla Trinità) che gli è valdo il titolo di Dottore della Chiesa decretato da Papa pio IX nel 1851.
Morì a poitiers nel 356 e viene ricordato e celebrato sia dalla Chiesa anglicana che da quella cattolica il 13 Gennaio , il suo "dies natalis" .
ORA , E' TEMPO DEL MIRACOLO LEGATO A ILARIO CHE LO HA RESO SANTO PATRONO DI PARMA .
Nell'inverno fra il 355 ed il 356 , il Vescovo Ilario si mise in viaggio da Parigi per Roma . Il viaggio sarebbe stato lungo e pericoloso .Dopo lungo peregrinare, arrivò a Parma . Era una sera di inverno fredda e nevosa .
Nel frattempo in quello che era poco più che uno striminzito villaggio di nome Parma, un ciabattino stava ultimando il suo lavoro aggiustando un paio di scarpe del compaesano Biagio. La gornata era stata piuttosto scarsa dal punto di vista economico e il ciabattino si sollevò quando sentì battere alla sua porta. Finalmente avrebbe reso a Biagio il paio di scarpe , ritornato come nuovo ed avrebbe preso quei pochi soldi che gli doveva.
Quando andò ad aprire, si trovò di fronte la figura di un uomo avvolto in un mantello scuro e con il cappuccio alzato coem uno dei tanti pellegrini di passaggio per Roma . L'uomo era stanco, le sue spalle curve e si appoggiava a fatica ad un rosso pezzo di legno che usava come bastone.
Il pellegrino disse "Devo fare tanta strada e le mie scarpe sono tutte rotte" . Il ciabattino capì che si trattava di uno straniero dall'accento , lo fece entrare e gli chiese se andasse lontano.
"A Roma, amico" - rispose l'uomo, "arrivo dalal Francia ed il cammino è ancora lungo . Ho tanto freddo e sono molto stanco " . Le sue mani erano gonfie e rosse. le scarpe erano poco più che brandelli attorno a piedi altrettanto gonfi, violacei ed in parte sanguinanti.
Il ciabattino si commosse vedendo quel vecchio malandato che dimostrava una forte fede in Dio , sottoponendosi ad una breve così dura .
Il pellegrino chiese al ciabattino se poteva riparargli le sue malandate scarpe per poter proseguire il cammino l'indomani. Il ciabattino si rese conto dello stato "disperato" di quei resti che il pellegrino ancora riteneva scarpe e pensò che se fosse stata paersona ricca avrebbe senza dubbio viaggiato a cavallo , sarebbe stato ben vestito e non certo si sarebbe ridotto in quello stato.
Così preso da impulso di generosità, rispose al pellegrino di non preoccuparsi e che ne aveva un paio che sembravano fatte per lui ! Le scarpe vecchie le avrebbe rimesse in ordine e probabilmente Biagio le avrebbe apprezzate tanto quanto.
Così , consegnò il paio di scarpe al pellegrino e gli chiese anche di voler accettare l'invito a trascorrere la notte e condividere con lui un piattio di fagioli con pane e un pagliericcio per dormire.
Il pellegrino confuso da tanta generosità ma pure anche molto contento di poter risposare un poco, accettò .
Trascorse la notte ed arrivò l'alba: il pellegrino riposato si rimise in piedi per riprendere il suo cammino. Non volle svegliare il generoso ciabattino e lo lasciò dunque riposare .Si mise in cammino con le scarpe nuove.
Molto più tardi il ciabattino si svegliò e si guardò attorno. Il pellegrino era scomparso e dunque capì perchè perchè lo aveva ringraziato con tanto calore prima di addormentarsi, non voleva svegliarlo così presto.
Così, mentalmente , il ciabattino gli augurò buon viaggio. Si alzò e si avvicinò al suo tavolo di lavoro dove, con grandissima sorpresa, al posto delle vecchie malandante scarpe del viandante cèerano un paio di calzature nuove , di finissima pelle e di foggia delicata.
Non credeva ai propri occhi ! Avrebbe voluto richiamare il viandante e chiedergli spiegazioni , ma quello era già lontano avvolto nel suo mantello e sorretto dal suo bastone ,mentre scendeva la neve .
Da quel giorno e nel corso dei secoli , riconosciuto il pellegrino come Ilario Vescovo di Poitiers , lo stesso divenne il patrono del villaggio e poi della città di Parma che lo ricorda nella data della sua nascita , cioè il 13 Gennaio.
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Per ricordarlo, anche se in modo un pò meno prosaico, a Parma nel periodo che precede la festa , si trovano nelle pasticcerie, bar , forni e panetterie bei dolci a forma di scarpetta in pasta frolla dolce , decorate con glassa di diversi colori, codine di zucchero e perline dolci.